15 novembre 2013

                                                     a Kees Verheul, con amore

Dove si spezza la memoria, un vecchio film parte,
suona una vecchia musica qualche sciocchezza.
La pioggia è passata nel parco, e è indicibile come sia forte
in questa giornata primaverile del lillà l’ebbrezza.

Prendere il tram 10, scendere, passare sotto l’arco
staliniano: tutto com’era prima, era secoli addietro.
Qui mi prendevano per mano, qui mi tiravano su in braccio,
mi facevano vedere un film nel cinemateatro aperto. 

L’arte faceva vedere gli stessi sentimenti,
lo stesso parco dei divertimenti, il ragazzino in braccio.
E l’interminabilità del passato, illuminato pallidamente,
impedisce molto al futuro di prendere slancio. 

Per nostalgia o scelleratezza e ubriachezza ci si può
sollevare più in alto dei pini, fino al cielo
sulla ruota panoramica, ma capire non si può:
se non c’era ancora la guerra, o se la guerra c’era. 

È tutto in bianco e nero, con le mamme camminano i figli,
un cattivo altoparlante canta qualcosa con l’aria vittoriosa.
Quanto tempo ho vissuto al mondo, quanto ho patito tutti gli
ansimi del cuore, le lacrime, e anche viceversa. 

Boris Ryžji




like a rose? - photo by Maria Cecilia Camozzi

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