A Mario e Donata
Dire con voce alta il bianco delle pareti,
i cappotti, i giacconi che trattengono l’aria d’inverno
di chi ti viene a trovare,
la paura sono i corridoi lunghi
con la gente che va sbandata in vestaglia
come staccata da sé, lungo i muri
mentre fuori un vento lucida le nuvole, le case
i rami di alberi che non conosco
e il vedere dei vecchi li vede da un occhio
da cui tutto il bello del mondo è volato via.
Grande meridiana del tempo, quando il tempo si è rotto
dentro qualcosa di grande, dentro.
Amo gli acrobati e li invidio
il pilota decorato e impietoso
dalla benda nera e il teschio sulla fusoliera
quando sperare è essere un corpo
con la carne tagliata per guarire
per un riconquistato assetto che ti faccia dire
voi venitemi a trovare quando esco
sembra di vivere quando saremo fuori.
Aprile 2002
Pierluigi Cappello
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