Mi piace pensare che tu sia lì, ferma
nel riflesso dello specchio che osservo
trattenendo il respiro per eludere l'altra,
elsa incarnata della mia sofferenza
che sporge nel mondo e mi somiglia.
Mentre stringo a me il corpo tiepido
la carne non è oppressa
ma quasi liberata dalla sua apparenza
e l'ombra delle parole è solo l'ultima eco.
Interrogo la luce che il silenzio inghiotte
dopo vaghe risposte che non comprendo
poiché oggi ho baciato un bacio, non una bocca,
ma il suono della sua voce attraverso un sogno perduto.
Maria Cecilia Camozzi
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