1 aprile 2009

Chiamarsi

A giorni l’urgenza è così scoperta
in ogni nome vivo, il suo sangue

denso ci risale in una variante
meno comune dell’invecchiare

come in genere lo si intende:
ticchettio d’orologio, seduzione

di poca sostanza, una miseria.

Si passa allentati, e il fondo
di ogni convinzione ci colma

non si riesce a fare silenzio intorno:

non riesco a giorni a lasciare fuori
a chiamarmi per tramite di nomi

presenti, inseparabili dall’apparenza. Dove
ogni nome va a finire? Lo si riesce

una volta per tutte a separare, a raggiungere
di là dal suo contorno? No, direi. Non so.

È tutto così scontato, basta un niente
per andare oltre, a essere abbastanza ostinati.

Nulla rimane, una volta indietro.



Gabriele Quartero



Un salto nell'aria da te.
Un salto nell'aria - foto di Maria Cecilia Camozzi

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