7 marzo 2011

Ancora un po’ assonnata
lei alza la serranda
ed ecco le si riempie
d’oro e d’aria
opalescente il vaso
della stanza. Oh mattino,
oh celeste tracotanza,
non travolgermi, non prendermi
di forza, non sono ancora pronta –
pensa e intanto lo sussurra
alla sua malsicura riluttanza –
ti si oppone
il greve e l’ombra
della mia opacità
che la notte non ha arso
e il risveglio non ha sperso.
Ti prego, giorno nuovo,
vieni, ma vieni lentamente,
entra lentamente nella sostanza,
accendimi come una lampada,
così sarò votiva
come devo e come voglio
per te, per i miei simili,
per l’anima del mondo
che ci ospita, ci offende
e non poco ci conforta, noi sua parte.


Mario Luzi

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.

Archivio blog