6 maggio 2011

CAVERNA D’INFANZIA

Dal fondo delle notti
salgono dei riflessi: ombre più chiare
che nuotano sul vetro,
le canzoni del buio e dell’infanzia, le torpedini:
c’era una tenda, un letto, una casa di scale,
una caverna cupa sospesa non sai dove,
poi vento, voci lontane e rumori di treni,
odore di giungla e di asfalto bagnato,
e l’occhio intento.

Alte sopra gli orrori dell’armadio,
le luci di luna e di stella.

Fabio Pusterla


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