17 dicembre 2025

Esistono relazioni che si spezzano non per mancanza d’amore, ma per mancanza di maturità emotiva.
Viviamo in un tempo in cui basta poco per iniziare una storia,
e ancora meno per distruggerla: fughe improvvise, sparizioni, mezze verità, ambiguità, promesse che evaporano, confronti evitati, messaggi silenziati, responsabilità rifiutate.
E poi, come una ferita aperta, il classico gesto:
“scappo, perché non reggo il contatto.”
 
Molti cercano di spiegare tutto con etichette: narcisismo, manipolazione, disturbi di personalità. Spesso, invece, la verità è più semplice e più difficile insieme: ci sono adulti che emotivamente non sono mai diventati adulti.
Il problema non è che non ti amano: è che non reggono la verità dell’amore.
Perché amare davvero significa:
 
• esporsi,
• parlare,
• restare,
• sostenere lo sguardo,
• ascoltare,
• assumersi conseguenze,
• farsi vedere nel vero. 
 
E tutto questo, per alcune persone, è insopportabile. Non perché non vogliano farlo. Non perché siano cattivi. Ma perché non hanno gli strumenti interni per farlo.
Esistono bisogni infantili nel corpo di un adulto
È uno degli errori più comuni della nostra epoca: credere che l’età anagrafica coincida con l’età emotiva.
 
In realtà:
• puoi avere 40 anni e fuggire come un quindicenne;
• puoi avere 50 anni e mentire come un bambino sorpreso con le mani nella marmellata;
• puoi avere un lavoro, una casa, una vita “ordinata”, e dentro restare un bambino spaventato.
Molti adulti entrano nelle relazioni non per condividere una vita, ma per trovare una stampella affettiva. Non per crescere, ma per essere accuditi.
La fuga non è un gesto di forza: è un crollo.
Chi scappa sta scegliendo la paura.
 
Fugge perché:
• non regge il confronto,
• non sa dire la verità,
• teme il conflitto,
• confonde la fine di un incanto con la fine di un amore,
• si paralizza davanti alla propria ombra,
• preferisce sparire piuttosto che mostrarsi fragile.
 
Chi scappa non è forte.
È fragile al punto da spezzarsi nel momento esatto in cui dovrebbe crescere.
Nessuno ha il diritto di entrare nella tua vita senza essere capace di restarci
Questo va detto con fermezza.
Si può essere feriti, indecisi, confusi.
Ma chi sceglie di entrare nella vita di qualcuno ha una responsabilità: non usare l’altro per colmare un vuoto che non ha il coraggio di guardare.
Non si può pretendere amore
e poi fuggire al primo specchio.
Non si può desiderare intimità
e poi smettere di rispondere.
Non si può chiedere fiducia
e poi mentire per paura di essere visti.
E soprattutto: non si può rovinare la vita degli altri solo perché non si è capaci di affrontare la propria.
Che cosa deve imparare chi ama una persona così? Una verità dura, ma liberante:
non puoi educare un adulto a diventare adulto.
Puoi solo proteggere la tua dignità. (...e la tua pace interiore).
 
Dr. Carlo D’AngeloVoce delle Soglie


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